sabato 1 febbraio 2014

Metti una sera l'opera

Alcune sere fa è stata trasmessa in diretta da Radiotre L'elisir d'amore di Donizetti. Ho seguito via radio l'intera opera, leggendo in contemporanea i commenti del gruppo Facebook de La Barcaccia, guidata dall'eccellente conoscenza di Enrico Stinchelli. Hanno partecipato in molti: esperti e semplici appassionati. Tutti eravamo concordi nel dire che è stata un'ottima recita - a parte il colpo di scena di una sostituzione del tenore dell'ultimo minuto, che comunque se l'è cavata. Ma insomma tutto ha funzionato bene - il direttore, i cantanti, l'orchestra (la regia non so) - e quando tutto funziona bene un'opera rivive e riesce a emozionare, a dare piacere, a trascinare nella sua dimensione. E anche a strappare dalla propria, magari dalla noia di una serata grigia, da un dispiacere, da incomprensioni. E riesce per quelle ore persino a unire perfetti sconosciuti grazie alla condivisione di quei momenti di piacere, come è successo a noi.
E allora a fine serata, mi sono tornate in mente le parole di Abbado sulla musica e sulla cultura che hanno il potere di salvare. Di salvarci dalle nostre stesse vite.


Erwin Schrott: grandissimo nei panni di Dulcamara nell'Elisir d'Amore appena rappresentato
al MET di New York

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